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Ma perché vai fino a Milos? Il mare bello c’è anche qui

Milos anno zero

Milos è stato il mio momento spartiacque per il modo di concepire il viaggio. Posso dirlo sì, una sorta di anno zero. In quel paradiso delle Cicladi nacque l’idea del blog e la scoperta del viaggiare in solitaria, una seconda indipendenza dopo quella della maggiore età, e una crescita della consapevolezza in me stesso.

Era appena finita la primavera del 2017, quando di fronte all’ennesimo disastro sentimentale, o miracolo chi può dirlo, mi trovai a dover disdire un viaggio nato per due, a Milos appunto. Ma io quell’isola me l’ero sognata di notte per mesi interi, ancor prima di prenotare i voli, e la volevo, caspita se la volevo, ne avevo bisogno. Neanche a dirlo, e al prezzo di dover riadattare tempi e mezzi, quella iniziale disdetta si trasformò in opportunità… A Milos io ci vado, da solo, zaino in spalla e sole in faccia!!!

“Ma sei sicuro? Dove vai fino a là? Ma poi da solo? Guarda che il mare bello c’è anche qui in Italiacommentavano amici, parenti, genitori, conoscenti, insomma un po’ tutti… un po’ per protezione e un po’ forse per preoccupazione chissà? Sarà che son del capricorno, sarà che caratterialmente ho sempre dovuto sbatterci la testa per capire che fosse possibile rompersela, ringraziai gentilmente un po’ tutti per i pensieri e le preoccupazioni, preparai lo zaino e presi quell’aereo Milano – Atene.

E in testa mi girava un solo pensiero, un tweet di non ricordo chi diventato famoso che recitava “in fondo come fai a spiegare il mare a chi lo guarda e vede solo acqua?” Ma come facevo a spiegare che il mio mare non era la meta ma il viaggio? Non era la tonalità dell’azzurro che avrei trovato, ma il tempo e il tragitto che avrei affrontato, l’atmosfera che avrei vissuto, i profumi che avrei respirato, i suoni che avrei sentito.

Seduto sul mio zaino al porto di Atene, il Pireo, in attesa del traghetto che mi avrebbe lasciato su quell’isola in mezzo all’Egeo, blocchetto alla mano, tentai di scrivere il mio perché, il mio amore per la Grecia.

Amo la Grecia, e amo i greci

Amo i greci perché il traghetto parte alle 17.00… anzi verso le 5… circa… insomma, nel tardo pomeriggio. I bagagli vanno nella comune, non tocca niente nessuno, come si dice “stiamo tutti nella stessa barca”. Le fermate son segnate sul biglietto, per sapere quando è il tuo turno, guardati in giro e ascolta qualcuno che urlerà “Milos Milos”, ecco quello è il tuo momento… c’è sempre qualcuno che ha passato il viaggio a contar le isole.

Amo la Grecia perché sui traghetti si sale sempre ordinati… auto, moto e camper da una parte, pedoni e biciclette dall’altra. A scendere vale tutto, basta che fai in fretta perché alcuni non attraccano nemmeno, giù il portellone…3..2..1… ora!

Amo i greci perché il tempo di un caffè è il tempo, non il caffè…

Hai mai fatto un pranzo o una cena con dei greci? Ecco li amo perché a tavola con loro espressioni tipo “no grazie, non mi va, sono sazio, magari la prossima volta” sono bandite, a fine antipasti avrai la sensazione di aver affrontato 3 matrimoni nel sud Italia… (e nel sud Italia non si scherza su certe cose!) e se al termine accenni di voler contribuire al conto… apriti cielo!!!

Amo i greci perché a fine pasto un pensiero c è sempre, dolce, salato, frutta o alcolico, non richiesto e a prescindere dal conto

Amo la Grecia perché parti da solo, ma non sarai mai solo!

Amo i greci perché la spiaggia è deserta, ma il loro asciugamano appiccicato al tuo è l’unica soluzione, non essere timido! E poi perché hanno sempre un figlio scalmanato da richiamare e in genere si chiama “DIMITRIIIIIIII!!!!!” E quando la voce che richiama è quella di papà in genere Dimitri torna piangendo per precauzione.

Amo i greci perché i loro bambini sono ancora bambini, e non piccoli adulti. Ridono, scherzano, si lanciano, cadono, si rialzano, piangono 5 secondi e riprendono a giocare sperando non arrivi mai il momento del “DIMITRIIIIIII!!!!”

Amo i greci perché per una famiglia devi contare fino a 4… almeno fino a 4

Amo i greci perché cani e gatti non sono di nessuno, ma anche di tutti

Amo i greci perché gli anziani hanno i segni della storia nei loro occhi, sul viso e sulle mani. I loro occhi parlano e cercano ascolto. Se sarai paziente e con un po’ di fortuna linguistica, scoprirai cose che nessuna Lonely Planet potrà mai raccontarti.

Amo i greci perché la domenica è il giorno per stare in famiglia, non per lavorare

Amo i greci perché la sostanza è meglio della forma

Amo i greci perché ti fanno un espresso imbevibile, ma loro son così gonfi di gioia nel preparartelo che alla fine ti sembrerà quasi buono

Amo i greci perché… “Yassas”… ma chi ti conosce? Appunto, adoro i greci perché salutano anche se non ti conoscono!

Amo i greci perché non sei straniero, sei un viaggiatore.

Amo i greci perché fan di tutto per accontentarti, tranne stravolgere la loro natura e tradizione, quella non si tocca! Conoscono la loro storia e le loro tradizioni, ne vanno fieri, le rispettano e pretendono che vengano rispettate.

Amo i greci perché ogni cosa merita il suo tempo, se corri non te la godi

Amo la Grecia e i greci perché pur riconoscendoli ogni volta, sanno sempre stupirmi e meravigliarmi.

L’adoro e li adoro perché qui, mi sento come se fossi a casa…

Amo la Grecia vera, quella che ti devi un po’ conquistare, quella un po’ riservata, lontana dagli occhi di tutti ma vicina al cuore di chi ha voglia di mettersi in gioco… rischiare di andare dove non sa cosa troverà, ma sa che molto riceverà da quel suo viaggio. Perché un viaggio in Grecia, isola o continente che sia, non ti deluderà mai.

Ah dimenticavo… c’è anche un gran bel mare!!!

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Europa Idee e suggerimenti Pensieri e parole

Cinque idee per il primo viaggio in solitaria

Stai cercando un’idea per il tuo primo solo travel? Ti suggerisco queste cinque

Dopo il primo articolo dedicato al solo travel (clicca qui per leggerlo), mi avete scritto in tanti, soprattutto donne, chiedendomi quale fosse la meta ideale per un primo viaggio in solitaria di breve/media durata.

Ho stilato un elenco di quelle che secondo me potrebbero essere le cinque migliori destinazioni, considerando prettamente mete che consentono una totale e semplice organizzazione in autonomia. Pronti a scoprirle?

È doverosa una premessa: non esiste una meta che sia l’ ideale per tutti, ma ognuno avrà la sua; come scoprire la propria? Provando, semplicemente andandoci. Non è quindi detto che tra il mio elenco ci sia la vostra; se avete pensato ad un luogo diverso, perseguite il pensiero che avete avuto, e se volete un consiglio specifico, scrivetemi utilizzando il form contatti. Ma ora andiamo “al sodo”, ecco la mia top five.

  • 1. ITALIA

Il nostro bel paese, in tutte le sue località, è il miglior consiglio per chi teme di avere carenze nelle lingue straniere; proviamo a spingerci un poco in là con il primo viaggio in solitaria, senza abbandonare completamente una parte della famosa comfort zone di cui parlavo nell’articolo precedente.

I vantaggi del nostro paese sono la maggior semplicità di organizzazione e la familiarità con lingua e abitudini. Se posso consigliarvi, scegliete una meta che non sia eccessivamente turistica; insomma non le classiche mete dove troverete il vicino di casa. Una regione che amo molto e si presta sia durante la stagione estiva che non, è le Marche. Quest’anno è stata nominata seconda regione più bella al mondo dalla Lonely Planet – Best in Travel 2020, preceduta solamente dalla Via della Seta asiatica. Se vuoi qualche dritta su questa regione, dovresti leggere questo mio articolo, ti aiuterà a programmare il tuo viaggio. AMICHEVOLE

Le Marche, tra mare e montagna una regione da scoprire – LEGGI L’ARTICOLO


  • 2. PORTO o OPORTO

Toccando l’ambito città, su tutte consiglio Porto (o Oporto nella versione inglesizzata), “Capital do Norde” del Portogallo. È una città viva, che alterna proposte di visite a monumenti e siti storici, ad una vivace vita al calar del sole. Il periodo migliore per visitare Porto è sicuramente primavera inoltrata/estate.

Città economica per gli standard italiani e semplice da raggiungere grazie ai collegamenti frequenti con Ryanair. E poi il suo romanticismo può essere ben condiviso con nuove amicizie in loco, perché no? COINVOLGENTE

Porto, cosa non perdersi in un weekend – LEGGI L’ARTICOLO


  • 3. GDANSK O DANZICA

Cito Danzica perché per dimensioni è più semplice da girare e se avete solo un weekend a disposizione è l’ideale; ma anche Cracovia può essere una valida alternativa. Come il Portogallo, la Polonia ha costi vantaggiosi per le tasche italiane, e Danzica regala un’esplosione di colori con le sue casette tipiche e gli edifici in stile medioevale.

Inoltre un weekend è sufficiente per visitarla, mentre per Cracovia serve qualche giorno in piú. ELEGANTI

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI SULLA POLONIA CLICCANDO QUI


  • 4. SPAGNA

La Spagna, tra le mete a corto raggio, è il paese più friendly per che viaggia in solitaria. Lo so, dire Spagna è alquanto generico, perché è un paese che offre al visitatore una vastità di bellezze. Dalle grandi città come Barcellona e Madrid, alle più piccole dell’Andalusia come Siviglia e Malaga per citare le più famose; le località del divertimento, come Alicante e tutta la Costa Brava; il parco nazionale Picos de Europa, Patrimonio dell’Unesco, per finire con le sue isole modaiole e non.

Ma oltre alla vasta scelta di destinazioni, adatta a tutti i palati, la Spagna è un paese latino, molto simile al nostro e la sua ospitalità ci fa sentire un po’ più a casa. Per una prima avventura in solitaria è un paese che consiglio. OSPITALE

Valencia, foto di Giovanna Tamburrino

  • 5. GRECIA

Lo so ve lo aspettavate; chi mi conosce sa che non avrei potuto non nominarla, alla fine è stata la meta della mia prima esperienza in solitaria, una sorta di svezzamento al solo travel. Per gli amanti del mare non ha bisogno di presentazioni o raccomandazioni, a mio avviso il più bello che abbia visto. La Grecia ha una particolarità unica nel suo genere: detiene il territorio di 227 isole abitate e quindi visitabili.

Se come prima avventura volete un viaggio itinerante, la Grecia è il paese che fa per voi. La possibilità di visitare più isole in una sola esperienza, magari zaino in spalla, è un’avventura che regala emozioni indimenticabili. Oltre alla bellezza dei suoi paesaggi, vi farà innamorare con l’ospitalità dei suoi abitanti e con quell’atmosfera tipicamente…greca! Solo chi ci è stato può capire di cosa parlo e sentire la necessità di tornarci quanto prima. Allora cosa aspetti??? EMOZIONANTE.

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In conclusione

Con questo articolo ho risposto ai molti messaggi che mi chiedevano quale fosse la meta ideale per una prima avventura in solitaria. Spero di esservi stato utile, anche se sceglierne solo cinque non è stato semplice. Se vuoi qualche altro spunto, prova a guardare gli articoli precedenti utilizzando il menu in alto, lasciati ispirare.

Se ti è piaciuto non dimenticarti di lasciarmi un like e di condividerlo con i tuoi amici che vorrebbe provare questa esperienza.

Buon Viaggio!

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Idee e suggerimenti Pensieri e parole

Travel alone, perché viaggiare in solitaria ci fa bene

Quali sono i timori e come superarli? Perché farlo almeno una volta nella vita e come affrontarlo? Vi racconto la mia esperienza


In questo articolo voglio affrontare un tema a me particolarmente caro che, posso serenamente affermare, ha cambiato il mio approccio e interpretazione di un viaggio. Da quel momento inoltre, si è concretizzata l’idea del blog traveldiary19 che state leggendo. Voglio parlarvi del “viaggiare in solitaria”; cosa ci spaventa affrontarlo? Quali sono i benefici che regala? Vi racconto la mia opinione.

Vi scriverò non solo raccontandovi la mia esperienza, ma prendendo spunto anche dai racconti di amici che hanno vissuto il “travel alone”, che si sono approcciati sia per volontà che per necessità. L’obiettivo è di spronare chiunque sia attratto da un’esperienza in solitaria ma non si sente completamente convinto/a, oltre a suggerire qualche buona pratica per affrontarlo al meglio. Quindi, secondo il mio punto di vista, vi racconterò:

  • Chi è il viaggiatore solitario?
  • Cosa ci spinge ad affrontare un viaggio da soli?
  • Quali possono essere i timori nell’affrontare un’esperienza senza compagno/i?
  • Quali sono i benefici che ne derivano?

Chi è il viaggiatore solitario?

Generalizzazioni e stereotipi non piacciono a nessuno, ma dobbiamo ammetterlo, spesso immaginiamo chi viaggia in solitaria come una persona introversa, chiusa caratterialmente o poco incline all’adattamento; uno status di pochi che decidono di vivere in modo alternativo. Forse in parte è anche così, ma il trend di chi viaggia senza compagnia è sempre più in aumento, da chi con “zaino in spalla” affronta uno dei tanti cammini disseminati per il mondo a chi semplicemente decide di dedicarsi il periodo vacanziero solo a se stesso. E l’aumento di chi approccia questo tipo di viaggio si verifica in tutte le fasce d’età.


Cosa spinge a viaggiare da soli?

Sono sincero, è una domanda che mi sono spesso posto prima di scoprirne le mie personali risposte durante il primo viaggio in solitaria. Ed è la stessa domanda che ritrovo nell’espressione di alcune persone che, parlando del mio prossimo viaggio, mi chiedono “…ma con chi vai?” e alle quali rispondo “Da solo!” Parliamoci chiaramente, nonostante il trend sia in aumento, non è così diffuso il “solo traveller”, e chi lo è, può ancora incontrare sguardi di ammirazione, mista a diffidenza o curiosità.

Le motivazioni o cause che spingono ad affrontare un’esperienza in solitaria possono essere svariate: dalla necessità di mettersi alla prova, al voler vivere piú nel profondo un’esperienza di viaggio, o più semplicemente per cambiamenti organizzativi dell’ultimo momento (il classico esempio del viaggio della coppia che scoppia tra il momento della prenotazione e la partenza ahimè). E non esiste una causa più o meno nobile di un’altra; spesso, e parlo per esperienza personale, coltiviamo una volontà latente dentro di noi per molto tempo, ma abbiamo la necessità che un evento esterno, indipendente da noi, la concretizzi. Per me è successo proprio così; da tempo mi sfiorava l’idea di partire in solitaria, anche solo per pochi giorni ma, sia per possibilità che forse anche per coraggio, ho sempre posticipato.

Finché un giorno mi son ritrovato a dover scegliere: annullare un viaggio, nato per due, o partire affrontandolo da solo? Quel giorno i dubbi che mi ero posto in precedenza svanirono senza che me ne accorsi e decisi senza esitazioni che sarei partito; la voglia di viaggiare e scoprire prevalse su timori e dubbi.

A prescindere dalle motivazioni che spingono al “travel alone”, un aspetto accomuna le persone con cui ho avuto modo di parlare al rientro dall’esperienza: tutte ne hanno tratto enormi benefici, che vi racconterò alla fine dell’articolo.



Che cosa ci blocca

Ma se i benefici derivanti da un’esperienza in solitaria sono molteplici (e poi ve ne parlo), che cosa ci può bloccare nel prendere la decisione di provarla? Conoscete la “comfort zone”? Quell’insieme di amici, luoghi, oggetti, routine che compongono la nostra quotidianità e che ci trasmettono un senso di tranquillità e sicurezza? Bene, dovremmo altrettanto sapere che, uscire da queste situazioni ideali talvolta, provando esperienze nuove, ci renderebbe migliori. Facile dirlo, un po’ meno farlo, lo so.

Se siete abituati a viaggiare con amici, compagni/o, mogli o mariti, decidere di farlo soli vi presenterà sicuramente degli ostacoli, che vi sembreranno invalicabili, ma che vi posso assicurare, sono più superabili di quanto immaginiate. Per farlo è necessario essere coscienti di voler fare un salto oltre, di voler superare l’ostacolo mentale che vi blocca. Uscire appunto dalla propria “comfort zone”! Pensate a quante cose nuove scoprireste. Ma andiamo per gradi. Ho cercato di analizzare, nella prossima pagina, i principali ostacoli che potrebbero frenare, partendo dalla mia esperienza e dai racconti di diversi amici. Ovviamente è solo una lista, che potrebbe essere infinita, ognuno ha i suoi. Ma nella maggior parte dei casi, sono tutti superabili, più o meno agevolmente.

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