In fondo a ben vedere anche questo è iniziato con un viaggio.
Settembre 2018 isola di Symi, Grecia.
Dopo essermi esibita in uno dei miei esilaranti show comici riservati ad un pubblico non pagante di amici e conoscenti improvvisati, la mia fida compagna di viaggio me la butta là: comunque Chicca, tu dovresti canalizzare. Di indole uguale alla mia ma di carattere diverso, diciamo la parte moderata e poco chiassosa di me che risponde al nome di Monica, aveva appena innescato un incontrollabile domino, il butterfly effect per cui se uno ti dice di canalizzare a Symi, ti ritrovi con un naso rosso a Roma.
Che poi lì per lì ho chiesto, scusa devo canalizzare cosa che non sto seguendo?
La tua simpatia, cioè non è che puoi disperdere la tua simpatia nell’etere, qualcuno ne deve beneficiare.
In realtà non ci avevo mai pensato nonostante me l’avesse detto più di una persona però forse complice il mood spensierato della vacanza, le risate fronte mare e la bellezza di Symi quella volta è stata quella buona. O semplicemente come dico sempre, tutto accade quando deve accadere.
Ho momentaneamente accantonato la cosa lasciandola in un cassettino della memoria pronta a farla riaffiorare alla prima occasione.
Symi è un’isola molto bella, a fine settembre poi il clima è perfetto e non c’è molta gente. Avevamo una casa praticamente sull’acqua che da sola meritava il viaggio. Finita la strada percorribile con un mezzo, era raggiungibile solo dal mare, con una passeggiatina lungo la spiaggia prima di sabbia e poi di piccoli ciottoli, volendo piedi in acqua.
Definirla comoda direi di no, ammesso il senso della comodità coincida con una strada asfaltata e non con un cielo stellato nella notte. Ma essere cullati solo dalle onde del mare e non avere nulla intorno se non mare e cielo è una sensazione che in più’ viaggi ho barattato con il comune senso di comodità.
Bene, probabilmente non lo sapevo, ma durante i miei rientri notturni solitari stavo canalizzando, non so cosa e non so dove ma la Grecia mi ha sempre portato del bene e non sarebbe stata certo Symi a fare eccezione. Ho una sorta di fiducia in questo paese, come se mi conoscesse da tempo e come se sapessi che, se pure nell’apparente difficoltà, alla fine la Grecia mi farà del bene.






La nostra vacanza è trascorsa lenta, assolata e pigra e in un battibaleno è finita con un rocambolesco rientro carico di bellezza e di uno storico acquazzone ad Atene.
Rientrata a Roma, esattamente il 6 ottobre 2018 il post sulla bacheca fb di un amico recitava “corsi per volontari clown dottori” …eccolo il canale, limpido come il mare di Symi, chiaro come il cielo greco in un mattino di settembre, appariscente quasi da accecarmi come il riflesso del sole sul mare.
Buona la prima, la sera stessa ho scritto e al primo incontro mi sono presentata con l’inconsapevolezza e l’impreparazione che accompagna ogni mio viaggio, ma con lo stesso luccichio negli occhi, esattamente lo stesso che hanno i miei occhi quando guardano il mare prima di prendere un traghetto.
E’ una sensazione che ogni viaggiatore conosce, quel piccolo nodo allo stomaco che sta a metà tra la paura, l’emozione e la sensazione che potrà accadere qualcosa di bello.
Beh diciamo che questo viaggio le ha prese tutte quelle sensazioni. Circa un anno di corso prima di arrivare ad indossare quel naso rosso e di iniziare a credere che effettivamente qualcosa di bello può inaspettatamente accadere, che anche quando crediamo di non essere capaci e di non essere in grado abbiamo sempre una risorsa che non sapevamo di avere e abbiamo sempre un sorriso che credevamo di aver perso.
Perché ad onor del vero va detto, io quando ho iniziato non ci credevo neanche un po’, e quel sorriso un po’ l’avevo perso, ma ci ho voluto provare lo stesso perché c’è l’altra parte di me che dice che comunque vada, vale sempre la pena provarci e se non ci hai provato hai sicuramente perso.

Alla fine è andata bene, indosso con gioia il mio naso rosso scorrazzando disinvoltamente in corsia regalando sorrisi o quanto meno provandoci.
Ma come in tutti i viaggi la vera differenza l’hanno fatta le persone non i luoghi, di alcune ve ne ho parlato a proposito di mancati viaggi e polpi di fulmine perché se è vero che una leggenda giapponese parla di un filo rosso che unisce le persone destinate ad incontrarsi, la mia storia tutta italiana avrà anche poco di leggendario ma un naso rosso ed un sorriso che si uniscono hanno sicuramente qualcosa di bello e di magico, parola di clown dottore!
Se volete approfondire cosa facciamo con questo naso rosso, potete visitare il sito web di T’immagini Onlus, cliccando sul nome.
Symi è da visitare… le tue parole la dipingono bene. Ancora più bello però, in questo articolo, il rapporto di amicizia con Monica e il servizio all’umanita’che ne è derivato “per canalizzare”😄😉 la tua ironia 😁.
Il mix amici/grecia porta sempre qualcosa di buono!