Medellin dopo Pablo Escobar

Vi porto alla scoperta della capitale di Antioquia, tra la storia del narcotraffico e passi di salsa

Comuna 13, quartiere di Medellin

Nadie sabe lo que se siente hasta que sucede, y cuando sucede realidad es cuando duele

rap Medellin – Amargos recuerdos C.E.A.

Sono di nuovo qui carica per raccontarvi del mio viaggio in Colombia e di una delle mete che ho apprezzato di più: Medellín. Avete voglia di partire?

Virginia (la mia compagna di viaggio) e io siamo arrivate in autobus partendo da Bogotà, attraversando la Cordillera Central e il Río Magdalena, il fiume più ampio e lungo della Colombia. Abbiamo costeggiato Hacienda Napoles, una grande azienda agricola che il boss Escobar aveva fatto trasformare in un vero e proprio regno privato, ricco di sontuosi palazzi e attrazioni alquanto bizzarre: arena per corride e animali esotici. Ora è un parco di divertimento acquatico (con ancora gli ippopotami, dicono) a quattro ore di bus da Medellín e cinque da Bogotà.

paesaggio di strada tra Bogotà e Medellin

Comuna 13

Arrivate di notte abbiamo subito apprezzato lo skyline fantastico che Medellín offre, sembra una pietra preziosa incastonata nella vallata e le luci della città corrono lungo i lati dei pendii delle colline che la circondano. Le pendici più elevate ospitano i quartieri popolari, come la Comuna 13 a cui, il giorno seguente, siamo giunte grazie al metrocable de San Javier (una sorta di funivia che collega la città al quartiere). Questo quartiere ha storie infinitamente vere e tristi da raccontare, noi lo abbiamo girato a piedi insieme a Ciro, una guida locale di Casa Kolacho (Kolacho è il nome d’arte di un ragazzo ucciso da una gang della Comuna 13 nel 2009), siamo state folgorate dalla luminosità dei colori degli splendidi murales che parlano di famiglia, rispetto, amore ma anche di Mariscal e Orion (due delle azioni militari più forti portate avanti dai paramilitari e dal governo colombiano, per “mettere ordine” nel quartiere). Ciro ci ha spiegato l’impegno che molti artisti hip hop come loro, stanno mettendo per risollevare le sorti della Comuna, cercando di dare un senso più profondo alla vita di molti giovani. Personalmente son rimasta molto scossa quando ci ha mostrato un parco giochi; siamo scese da uno scivolo e poi la nostra guida ci ha spiegato che era uno spazio sorto sopra il luogo in cui i paramilitari avevano ucciso un bambino di 10 anni (età del mio…).


Museo Casa de la Memoria

Dopo aver lasciato Comuna 13, con il cuore e la mente presi a calci e pugni dalla vivida realtà, abbiamo deciso che se dovevamo scuotere le nostre coscienze dovevamo farlo per bene. Balzate su un taxi chiediamo quindi di portarci al Museo Casa de la Memoria. All’esterno un ampio edificio moderno, all’interno uno sconvolgente ritratto del conflitto urbano che ha sconvolto la città fino a pochi anni fa: sulle pareti foto animate di uomini, donne, ragazzi, bambini… e mentre sei lì di fronte a queste immagini, le loro foto sbiadiscono e appare la data della loro morte e la loro età, oppure la data in cui sono “semplicemente” scomparsi. Le cifre elencate sulle pareti sono da brivido: “1991 Medellín città più violenta al mondo con 6809 omicidi in un anno, dal 1990 al 1995 6 bombe esplose. Vi assicuro: è un luogo assurdo, mentre ero lì dentro mi son chiesta svariate volte “ma come si può vivere qui?”.

Vita notturna

E la risposta è arrivata qualche ora dopo. Virginia e io eravamo abbastanza scosse, nell’arco di 12 ore dal nostro arrivo in città eravamo passate dal nostro ostello al Poblado, la zona del divertimento per turisti occidentali, dove pullulano locali à la page e polizia agli angoli delle strade, al quartiere che per anni ha visto morte e sangue ogni giorno. Volevamo svagarci e per caso ci siamo imbattute in uno dei locali più straordinari e veri in cui sia mai entrata: Salon Malaga. Abbiamo passato almeno tre ore in quel posto senza nemmeno accorgercene, ci siamo lasciate andare e travolgere dall’atmosfera ritmata del luogo; ci hanno fatto ballare salsa, abbiamo bevuto agua ardiente e mangiato mango biche. E mentre mi lamentavo con uno dei miei ballerini di come fossi impedita nel ballo, lui ha amabilmente dato la risposta alla mia domanda del pomeriggio, sussurrandomi nell’orecchio per contrastare l’alto volume della musica: “no hay nada dificil en esta vida, solo hay que ententarlo” – non c’è niente di difficile in questa vita se ci provi.

In conclusione

Quindi invito anche voi a lasciarvi sconvolgere e travolgere dalle emozioni, dalle persone e dagli eventi e Medellin potrebbe essere un ottimo luogo per iniziare a farlo. Vi consiglio vivamente di pernottare al quartiere Poblado, soprattutto se siete donne da sole; unico accorgimento da seguire è di portarvi dei tappi per le orecchie. Durante i weekend molti ostelli ospitano discoteche interne e la musica è alta fino al mattino. Durante il giorno potrete tranquillamente spostarvi in metropolitana o usufruendo del metrocable, sono molto sicure nelle fasce centrali del giorno. Al calar del sole vi consiglio di prendere sempre un taxi.

Buon Viaggio!!!


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