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Travel alone, perché viaggiare in solitaria ci fa bene

Quali sono i timori e come superarli? Perché farlo almeno una volta nella vita e come affrontarlo? Vi racconto la mia esperienza


In questo articolo voglio affrontare un tema a me particolarmente caro che, posso serenamente affermare, ha cambiato il mio approccio e interpretazione di un viaggio. Da quel momento inoltre, si è concretizzata l’idea del blog traveldiary19 che state leggendo. Voglio parlarvi del “viaggiare in solitaria”; cosa ci spaventa affrontarlo? Quali sono i benefici che regala? Vi racconto la mia opinione.

Vi scriverò non solo raccontandovi la mia esperienza, ma prendendo spunto anche dai racconti di amici che hanno vissuto il “travel alone”, che si sono approcciati sia per volontà che per necessità. L’obiettivo è di spronare chiunque sia attratto da un’esperienza in solitaria ma non si sente completamente convinto/a, oltre a suggerire qualche buona pratica per affrontarlo al meglio. Quindi, secondo il mio punto di vista, vi racconterò:

  • Chi è il viaggiatore solitario?
  • Cosa ci spinge ad affrontare un viaggio da soli?
  • Quali possono essere i timori nell’affrontare un’esperienza senza compagno/i?
  • Quali sono i benefici che ne derivano?

Chi è il viaggiatore solitario?

Generalizzazioni e stereotipi non piacciono a nessuno, ma dobbiamo ammetterlo, spesso immaginiamo chi viaggia in solitaria come una persona introversa, chiusa caratterialmente o poco incline all’adattamento; uno status di pochi che decidono di vivere in modo alternativo. Forse in parte è anche così, ma il trend di chi viaggia senza compagnia è sempre più in aumento, da chi con “zaino in spalla” affronta uno dei tanti cammini disseminati per il mondo a chi semplicemente decide di dedicarsi il periodo vacanziero solo a se stesso. E l’aumento di chi approccia questo tipo di viaggio si verifica in tutte le fasce d’età.


Cosa spinge a viaggiare da soli?

Sono sincero, è una domanda che mi sono spesso posto prima di scoprirne le mie personali risposte durante il primo viaggio in solitaria. Ed è la stessa domanda che ritrovo nell’espressione di alcune persone che, parlando del mio prossimo viaggio, mi chiedono “…ma con chi vai?” e alle quali rispondo “Da solo!” Parliamoci chiaramente, nonostante il trend sia in aumento, non è così diffuso il “solo traveller”, e chi lo è, può ancora incontrare sguardi di ammirazione, mista a diffidenza o curiosità.

Le motivazioni o cause che spingono ad affrontare un’esperienza in solitaria possono essere svariate: dalla necessità di mettersi alla prova, al voler vivere piú nel profondo un’esperienza di viaggio, o più semplicemente per cambiamenti organizzativi dell’ultimo momento (il classico esempio del viaggio della coppia che scoppia tra il momento della prenotazione e la partenza ahimè). E non esiste una causa più o meno nobile di un’altra; spesso, e parlo per esperienza personale, coltiviamo una volontà latente dentro di noi per molto tempo, ma abbiamo la necessità che un evento esterno, indipendente da noi, la concretizzi. Per me è successo proprio così; da tempo mi sfiorava l’idea di partire in solitaria, anche solo per pochi giorni ma, sia per possibilità che forse anche per coraggio, ho sempre posticipato.

Finché un giorno mi son ritrovato a dover scegliere: annullare un viaggio, nato per due, o partire affrontandolo da solo? Quel giorno i dubbi che mi ero posto in precedenza svanirono senza che me ne accorsi e decisi senza esitazioni che sarei partito; la voglia di viaggiare e scoprire prevalse su timori e dubbi.

A prescindere dalle motivazioni che spingono al “travel alone”, un aspetto accomuna le persone con cui ho avuto modo di parlare al rientro dall’esperienza: tutte ne hanno tratto enormi benefici, che vi racconterò alla fine dell’articolo.



Che cosa ci blocca

Ma se i benefici derivanti da un’esperienza in solitaria sono molteplici (e poi ve ne parlo), che cosa ci può bloccare nel prendere la decisione di provarla? Conoscete la “comfort zone”? Quell’insieme di amici, luoghi, oggetti, routine che compongono la nostra quotidianità e che ci trasmettono un senso di tranquillità e sicurezza? Bene, dovremmo altrettanto sapere che, uscire da queste situazioni ideali talvolta, provando esperienze nuove, ci renderebbe migliori. Facile dirlo, un po’ meno farlo, lo so.

Se siete abituati a viaggiare con amici, compagni/o, mogli o mariti, decidere di farlo soli vi presenterà sicuramente degli ostacoli, che vi sembreranno invalicabili, ma che vi posso assicurare, sono più superabili di quanto immaginiate. Per farlo è necessario essere coscienti di voler fare un salto oltre, di voler superare l’ostacolo mentale che vi blocca. Uscire appunto dalla propria “comfort zone”! Pensate a quante cose nuove scoprireste. Ma andiamo per gradi. Ho cercato di analizzare, nella prossima pagina, i principali ostacoli che potrebbero frenare, partendo dalla mia esperienza e dai racconti di diversi amici. Ovviamente è solo una lista, che potrebbe essere infinita, ognuno ha i suoi. Ma nella maggior parte dei casi, sono tutti superabili, più o meno agevolmente.

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